L’art. 7, comma 1, del D. Lgs. n. 117/2017 definisce la raccolta fondi come “il complesso delle attività ed iniziative poste in essere da un ente del Terzo settore al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale, anche attraverso la richiesta a terzi di lasciti, donazioni e contributi di natura non corrispettiva”.
Ma come possono essere realizzate le attività di raccolta fondi? E quali sono gli obblighi che ne scaturiscono?
Secondo quanto evidenziato dal Codice del Terzo Settore e in assenza di ulteriori specifiche, tali attività possono essere organizzate da tutti gli ETS inclusi nell’elenco di cui all’art. 4, comma 1 del D. Lgs. n. 117/2017, per ottenere risorse destinate al sostegno finanziario delle attività di interesse generale promosse, escludendo conseguentemente la “possibilità di impiegare i fondi così raccolti per finanziare le attività diverse di cui all’articolo 6 del Codice”.
Il citato art. 7 chiarisce al secondo comma, come si possano realizzare attività di raccolta fondi “anche in forma organizzata e continuativa, anche mediante sollecitazione al pubblico o attraverso la cessione o erogazione di beni o servizi di modico valore, impiegando risorse proprie e di terzi, inclusi volontari e dipendenti, nel rispetto dei principi di verità, trasparenza e correttezza nei rapporti con i sostenitori e il pubblico, in conformità a linee guida adottate con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentiti la Cabina di regia di cui all'articolo 97 e il Consiglio nazionale del Terzo settore”.
Nell’intento di fornire “uno strumento di orientamento”, le indicazioni contenute nelle linee guida sono volte ad orientare la raccolta fondi “coerentemente con i principi di verità, trasparenza e correttezza richiamati espressamente dall’articolo 7 del Codice”, definendo anche le tecniche “attraverso le quali procedere”.
“Al fine di tutelare la fede pubblica, garantire trasparenza alle attività stesse e consentire agli organi preposti la vigilanza”, sono previsti specifici obblighi di rendicontazione dall’art. 87, comma 6, del Codice del Terzo Settore, il quale impone agli ETS non commerciali di inserire nel proprio bilancio “un rendiconto specifico redatto ai sensi del comma 3 dell'articolo 48”, dal quale devono risultare “anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione di cui all'articolo 79, comma 4, lettera a)”.
Per la corretta predisposizione, è necessario fare riferimento alle indicazioni di cui al D.M. n. 39/2020 contenente la modulistica per ETS, tenuto conto che tali oneri “si atteggiano diversamente, a seconda che l’attività di raccolta fondi abbia il carattere dell’abitualità o dell’occasionalità”.